
Parte il piano regionale per valorizzare il tartufo: al via il progetto “Sviluppo del tartufo in Sicilia”
Dalla provincia di Agrigento prende avvio un programma destinato a ridisegnare il futuro del tartufo in Sicilia. Con l’attuazione della legge regionale n. 35 del 2020, l’Isola punta a sviluppare un comparto ancora poco esplorato ma ricco di potenzialità economiche, basato sull’individuazione degli ecosistemi tartufigeni e sulla coltivazione di piante micorrizate.
Il ruolo del Coretas
Per dare concretezza al progetto, la Regione ha istituito il Coretas, ufficio di coordinamento regionale dei tartufi, operativo a Cianciana, in provincia di Agrigento. La struttura, composta da micologi, esperti di microscopia e operatori tecnici, ha il compito di guidare la fase di avvio attraverso studi, rilievi e supporto agli operatori. L’attività è già diffusa in tutte le province siciliane e prevede la mappatura delle aree boschive con potenziale tartufigeno. La Regione Siciliana ha istituito il Coretas, l’ufficio di coordinamento regionale dei tartufi di Sicilia, che già opera nella sede Cianciana, in provincia di Agrigento. Fanno parte del coordinamento il funzionario direttivo Destrino Giuseppe Papia, micologo, dai collaboratori Franco Abella, esperto di microscopia, Paolo Manzullo, micologo, e dagli operatori Giovanna Ciraolo e Francesca D’Amico. Ha preso il via l’accordo di collaborazione tra il Dipartimento Regionale dell’Agricoltura, diretto da Fulvio Bellomo, e il Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale, e guidato da Alberto Pulizzi.
Gli obiettivi del progetto
Il piano, denominato “Sviluppo del Tartufo in Sicilia”, mira a valorizzare il demanio forestale e a trasformare il tartufo in una nuova risorsa economica per il territorio. Tra le priorità figurano: identificazione cartografica delle zone idonee; sperimentazione di tecniche innovative di inoculo in relazione alle condizioni pedoclimatiche; istituzione dell’albo delle tartufaie coltivate; controllo e collaudo degli impianti esistenti; definizione dei disciplinari di produzione. Il programma comprende anche la formazione professionale con corsi specialistici e rilascio dei tesserini per la cerca e la raccolta, oltre ad attività didattiche ed educative rivolte alle scuole e al settore della ristorazione.
Le infrastrutture di supporto
Uno degli snodi principali sarà l’adeguamento del centro regionale di conservazione del germoplasma di Valle Maria, a Godrano (Palermo). Qui si prevede la realizzazione di cinque siti sperimentali di circa un ettaro ciascuno, con materiale autoctono inoculato. A supporto è prevista anche la collaborazione del vivaio “Filici” di Cammarata, che potrà contribuire alla produzione vivaistica delle piante tartufigene.
Rete territoriale e prospettive
Il progetto intende inoltre rafforzare la presenza siciliana all’interno dell’associazione nazionale Città del Tartufo, oggi limitata a pochi comuni. L’obiettivo è coinvolgere un numero crescente di amministrazioni locali, soprattutto nei territori montani, dai Nebrodi alle Madonie, dagli Iblei ai Peloritani, dove i boschi potrebbero nascondere nuove risorse tartufigene.
Laboratori e ricerca
Accanto all’attività di mappatura e coltivazione, è previsto lo sviluppo di un moderno laboratorio di microscopia micologica presso la sede di Cianciana. La struttura avrà il compito di garantire supporto scientifico e assistenza tecnica a vivaisti, cavatori e coltivatori. Contestualmente, le aree individuate in Sicilia confluiranno nel catasto nazionale dei terreni tartufigeni, integrando così la rete informativa a livello italiano.
Un comparto in crescita
Il tartufo, da sempre considerato un prodotto d’eccellenza in cucina, diventa in Sicilia una leva di sviluppo agricolo e turistico. Con questo progetto la Regione punta a trasformare una risorsa naturale poco valorizzata in un comparto strutturato, capace di creare nuove opportunità occupazionali e di consolidare il legame tra biodiversità, economia locale e cultura gastronomica.