
Degiacomi confermato alla guida del Centro nazionale Studi Tartufo: nuove sfide per la tutela della cerca
L’assemblea del Centro nazionale Studi Tartufo ha confermato Antonio Degiacomi alla guida dell’importante realtà che da anni opera per la tutela del settore. I lavori si sono svolti lunedì 20 maggio, nella storica Sala della resistenza del Comune di Alba. È stata l’occasione per fare il punto sull’attività dell’anno appena trascorso e per procedere al rinnovo delle cariche sociali. Degiacomi è stato confermato alla presidenza, mentre il nuovo consiglio di amministrazione è stato costruito in base alla rappresentanza territoriale delle province di Alessandria, Asti e Cuneo, con la partecipazione di amministratori locali, ATL, Camera di Commercio e associazioni di trifolao.
Uno dei momenti più sentiti dell’assemblea è stato il ricordo di Giacomo Oddero, fondatore e presidente del Centro per 15 anni, recentemente scomparso. A rendergli omaggio, con parole cariche di affetto e riconoscenza, sono stati il senatore Zanoletti, Gran Maestro dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini d’Alba, il presidente dell’ATL Mariano Rabino, il sindaco di Alba, Alberto Gatto e numerosi altri intervenuti.
Tra i temi affrontati nell’assemblea, ha suscitato particolare preoccupazione il disegno di legge n. 1412, presentato in Senato dal senatore Bergesio, che prevede restrizioni alla libera cerca del tartufo. I soci del Centro hanno espresso forti perplessità, sottolineando come questa pratica rappresenti non solo un elemento identitario e culturale, ma anche una risorsa economica fondamentale per i territori vocati. Le osservazioni critiche del Centro sono già state trasmesse e illustrate alla Commissione competente del Senato.
Nonostante un 2024 segnato da una produzione in calo di tartufi in Piemonte e a livello nazionale, l’attività del Centro è stata intensa e ricca di iniziative. Tra i momenti più significativi, il convegno nazionale organizzato durante la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, intitolato “Forza e fragilità della filiera del Tuber magnatum Pico”, ha acceso i riflettori sui rischi derivanti dai cambiamenti climatici e sulle buone pratiche adottate dalla comunità dei cercatori.
Ampio spazio è stato dedicato anche alla formazione e sensibilizzazione, con progetti che hanno coinvolto sia le scuole che le fiere piemontesi. Tra questi, un corso per nuovi giudici di analisi sensoriale, attività didattiche rivolte ai più giovani e iniziative per la diffusione della cultura del tartufo. Di particolare rilievo anche l’adozione di un protocollo di qualità certificato in blockchain, realizzato in collaborazione con Var Group, e la partecipazione al progetto nazionale sulla trasmissione dei saperi tradizionali legati alla cerca, culminato con il documentario “Storie di alberi, cani e cercatori”.
Il nuovo consiglio di amministrazione sarà ora chiamato a proseguire lungo questo solco, valorizzando ulteriormente la cultura tartufigena e ampliando le attività anche in ambiti strategici come la gastronomia locale e la promozione dei tartufi neri.