Nuovo calendario per la ricerca del tartufo in Liguria: previsti quasi due mesi di fermo biologico

Modificato il calendario per la raccolta dei tartufi, disciplinata in Liguria dalla legge regionale del 1° marzo 2022. La norma prevede uno specifico calendario per la raccolta delle diverse specie, ma è anche previsto che la Regione, su parere di un centro di ricerca specializzato, possa con proprio atto variare il calendario regionale di raccolta in relazione all’andamento delle condizioni meteo climatiche, al fine di preservare e salvaguardare il patrimonio tartufigeno.

In tal senso, con decreto del Direttore Generale della Direzione Generale Turismo, Agricoltura e Aree Protette n. 5687/2024, su proposta dell’Associazione Tartufai e tartuficoltori liguri con sede a Millesimo e sulla base del parere favorevole espresso dal Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita (DISTAV) dell’Università degli studi di Genova, è stato modificato il calendario di raccolta dei tartufi, stabilendo in buona sostanza lo spostamento temporale dell’inizio delle attività di raccolta per tutte le specie commerciabili e la sospensione totale dell’attività tra il 1° maggio e il 31 maggio e tra il 1° settembre ed il 25 settembre al fine di perseguire, con il fermo biologico, la salvaguardia dell’ecosistema tartufigeno.

«Tale decisione si è resa necessaria in quanto l’andamento climatico degli ultimi anni, caratterizzato da una crescente variabilità con scarse precipitazioni nel periodo primaverile-estivo, siccità talvolta prolungata e conseguente aumento delle temperature medie, rappresenta un rischio concreto per la produzione di tartufo spontaneo, che non riesce a svilupparsi adeguatamente nel periodo considerato tipicamente di maggiore accrescimento – commentano dall’Associazione Tartufai e Tartuficoltori liguri-.  Rispetto al tradizionale periodo di raccolta, infatti, la piena maturazione del tartufo risulta ad oggi ritardata di alcune settimane.

Inoltre, ponendo l’accento sul tema sempre più centrale della conservazione della biodiversità, tale decisione è orientata anche all’adozione di pratiche sostenibili nell’utilizzo delle risorse naturali evitandone lo sfruttamento eccessivo e irresponsabile, che potrebbe portare ad una grave perdita di habitat e conseguentemente alla scomparsa della specie. Prevedendo dunque periodi di divieto di raccolta, risulta possibile permettere alle specie di concludere il naturale ciclo vitale  consentendo un ottimale sviluppo del micelio tartufigeno in modo che il medesimo si trovi nelle migliori condizioni possibili per una buona fruttificazione e maturazione». Milena Armellino

 

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