
Dal bosco alla tavola, il tartufo entra nelle Piccole Produzioni Locali del Veneto
Il tartufo fa ufficialmente il suo ingresso tra le Piccole Produzioni Locali (PPL) del Veneto, un riconoscimento che ne sancisce il ruolo non solo come prodotto d’eccellenza gastronomica, ma anche come simbolo identitario del territorio.
La decisione della Regione Veneto risponde a una richiesta che arrivava da tempo sia dagli operatori del settore sia dagli appassionati. Il tartufo, presente in diverse aree venete sia allo stato spontaneo che coltivato, entra così a far parte di un paniere che valorizza produzioni di nicchia, tracciabili, strettamente legate alla terra e alla comunità locale.
“Il tartufo è stato inserito tra i prodotti delle piccole produzioni locali del Veneto. Ancora una volta viene data una risposta ai consumatori che dimostrano con interesse sempre crescente di apprezzare e ricercare prodotti ben collegati all’identità locale e provenienti da filiere cortissime”, ha dichiarato il presidente della Regione, Luca Zaia, sottolineando come questo passo rafforzi il legame tra gastronomia e territorio.
“Il provvedimento riguarda il prelibato tubero, diffuso in varie aree del Veneto, sia spontaneo che coltivato, non solo rispondendo ad una richiesta degli appassionati che acquistano i prodotti ricercandoli tra quelli dalla tracciabilità facilmente identificabile nel territorio circostante, ma assicurando anche una risposta meritata a numerosi operatori del settore alimentare e associazioni di categoria che hanno chiesto di includerlo nello specifico paniere.” Ha aggiunto il Presidente, “piccole produzioni locali significa prodotti seguiti dal punto di vista sanitario con specifici manuali e venduti dal produttore primario, da aziende di dimensioni contenute in ambito locale. Realtà non grandi ma importanti perché mantengono la tradizione di coltivazioni in territori da sempre votati all’agricoltura, tutelando la biodiversità e valorizzando una cultura e un paesaggio fondamentali per il Veneto, garantendone la cura”.
Tra tradizione e futuro
Per i raccoglitori e i produttori, l’inserimento nel paniere rappresenta un riconoscimento importante. Significa poter contare su uno strumento che valorizza piccole realtà produttive, garantite dal punto di vista sanitario e legate a un’agricoltura che preserva paesaggi, biodiversità e saperi antichi.
Il tartufo va così ad affiancare altri prodotti del paniere, come salumi e carni fresche, miele, farine, conserve, prodotti da forno, latticini, birra, sidro e molto altro. Tutti accomunati da un principio: la vendita diretta in ambito locale, a garanzia di freschezza, autenticità e rapporto diretto con il consumatore.
Un passo avanti per la cultura del tartufo
L’ingresso nelle PPL non è soltanto un atto amministrativo: è il riconoscimento della crescente cultura del tartufo in Veneto, che negli ultimi anni ha visto un’espansione delle aree vocate, un aumento delle esperienze di coltivazione e una più forte presenza nelle cucine dei ristoranti.
Per il comparto, significa nuove opportunità di valorizzazione, comunicazione e tutela. E per il consumatore, la possibilità di acquistare un prodotto che unisce eccellenza gastronomica e identità territoriale, con la certezza di un’origine garantita.
Il tartufo, insomma, entra a pieno titolo tra le piccole produzioni che raccontano il Veneto: non solo un ingrediente pregiato, ma una testimonianza vivente del legame tra natura, cultura e gusto.